Il bello non è superfluo - Intervista a Raffaele Quattrone (I^ parte)
Durante gli anni dell’università Raffaele Quattrone sceglie di far incontrare il suo percorso di studi in sociologia economica e la sua passione, l’arte contemporanea. Oggi è sociologo e curatore d’arte. Si divide tra Roma e Bologna, sta lavorando ad un programma in episodi sull’arte contemporanea* ed è autore di altre pubblicazioni e articoli di critica, letti in tutto il mondo.
Elegante, acculturato, appassionato, cortese e attento, Raffaele è una di quelle persone che ti fanno venir voglia di cancellare tutti gli altri appuntamenti del giorno per rimanere ad ascoltarlo.
Non capita spesso di trovarsi a parlare con qualcuno che ha una laurea specialistica in sociologia dell’arte contemporanea.
Sono uno di quei coraggiosi e fortunati che ha potuto scegliere di far diventare la propria passione il proprio mestiere. La mia prima mostra, vincitrice del Concorso “A cura di…” per giovani curatori e critici d’arte promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri mi ha fatto sperare: “Forse ho intrapreso la strada giusta!”, e da lì non mi sono più fermato.
Studio i soggetti che si muovono all’interno del mondo dell’arte: artisti, galleristi, curatori, collezionisti, musei, gallerie. Quali sono le relazioni tra di loro? Come mutano nel tempo? È affascinante notare che non vi è nulla di statico, trattandosi di rapporti umani e di spazi da questi abitati, eppure alcune dinamiche ritornano sempre. Uno dei miei obiettivi è riuscire a scardinare certi diktat culturali, a mio avviso privi di fondamento, detronizzare la figura del curatore e del gallerista per riportare al centro l’artista e il pubblico, rendendo l’arte alla portata di tutti.
Ci spieghi meglio?
Io vivo l’arte nella quotidianità. Ricerco il bello, l’estetica, senza trascurare il lato intimo di questo concetto: l’etica. La ricerca della bellezza, di ciò che ci fa stare bene, non dovrebbe mai essere un’impresa appannaggio di pochi. Deve essere bensì un’operazione alla portata di tutti e da vivere in profondità, togliendo quell’alone retrogrado che taccia chi la persegue come persona superficiale o aliena alla vita di tutti i giorni. In Italia ci trasciniamo la credenza che chi non ha studiato, chi non ha una preparazione specifica non si può avvicinare ad una galleria d’arte, ad una mostra: è facile sentirsi esclusi dal mondo dell’arte, purtroppo. Ma l’arte è per tutti. Chiunque può individuare in un’opera un’emozione, una sensazione di meraviglia, un messaggio.
Non stentiamo a credere che quanto racconta Raffaele possa dar fastidio al mondo dell’arte italiano, per sua natura un po’ chiuso, che si mostra a tratti snob. Ci piace però pensare che il suo invito ad accostarsi al mondo dell’arte possa convertire i più scettici e avvicinare i più lontani.
Dal mondo delle gallerie d’arte contemporanee alla moda italiana maschile. Come hai conosciuto lirecento?
A breve inizieranno le riprese di un documentario a puntate sull’arte contemporanea internazionale. Un’esperienza inedita per me, che mi avvicina ancora una volta al mondo dell’audiovisivo. Il set sarà Roma, una città legata a un passato glorioso che da una parte la celebra, dall’altra la trattiene dal mostrarsi nel presente con tutte le sue potenzialità e di essere competitiva nel futuro. L’obiettivo di questo progetto è mostrare che l’Italia può vantare passato, presente e futuro gloriosi: non a caso parlerò di internazionalità, partendo però da Roma. Ho voluto così coinvolgere nel progetto realtà che sapessero rappresentare l’eccellenza italiana, il curato, il ben fatto, la bellezza.
Quando vesto un capo lirecento mi sento bene, so che nelle cuciture c’è impegno e dedizione e ricerca estetica. Nelle puntate indosserò abiti, accessori e mi circonderò di elementi come oggetti d’arredo, profumi, capaci di portare il bello nella quotidianità. Avevo già acquistato capi lirecento per me e quando è arrivato il momento di scegliere cosa indossare non ho avuto dubbi.
* Il progetto coinvolge alcuni degli artisti internazionali più importanti come Shirin Neshat, Jeff Koons, Vanessa Beecroft, Michelangelo Pistoletto, Mona Hatoum.
I.B.
I PREFERITI DI RAFFAELE
Camicia Lino Cotone, Leggero Beige Cotone, Leggero
La particolare tasca posteriore a pattina aggiunge grinta all’eleganza del chino Giorgio.