La moda è una forma d’arte - Intervista a Raffaele Quattrone (II^ parte)

Raffaele Quattrone è sociologo e curatore di arte contemporanea. Per registrare le puntate di un documentario* che tratterà di arte contemporanea internazionale e che coinvolgerà gli artisti italiani e non, più importanti nel panorama attuale, ha scelto di indossare i capi firmati lirecento perché capaci di rappresentare il made in Italy e la regola che contraddistingue quest’ultimo concetto, il “fatto con cura”.

Arte e moda hanno da sempre un forte legame, i confini che definiscono l’uno e l’altro ambiente permettono continui scambi, ispirazioni, contaminazioni. Ma la moda è un’espressione artistica?

La moda è il modo in cui decidiamo di mostrarci agli altri, è la pelle che scegliamo di metterci addosso: racconta il tempo e la società in cui viviamo, le esigenze delle persone, al pari di tutte le altre forme artistiche.
Quando si parla di arte, di moda e di altre espressioni di gusto, noi italiani nasciamo con una marcia in più perché siamo circondati dalla bellezza. Nessuno ci insegna da bambini i principi dell’estetica eppure sappiamo naturalmente cosa è bello e cosa no.
Un’altra cosa che accomuna moda e arte è che devono costantemente lottare contro un preconcetto comune: si pensa di poter fare a meno di entrambe, in realtà non sono altro che un prodotto della cultura umana, al pari dell’economia e della politica, alle quali però diamo più importanza.

Torniamo al concetto caro a Raffaele Quattrone dell’estrema necessità di arte, del bello, di estetica nella vita di tutti i giorni. Per lui ricerca dell’estetico non è un rifugio in un mondo banale, ma anzi uno spazio pensato ed essenziale.
“Noi italiani nasciamo con una marcia in più”. Come si posiziona dunque l’Italia nel panorama artistico contemporaneo?

L’arte riflette la condizione di potere degli stati: più una nazione è forte politicamente, più la sua cultura riesce ad essere persuasiva e ad imporsi sulle altre. Gli italiani risentono necessariamente di questa condizione da non primi della classe, nonostante non abbiamo nulla da invidiare per meriti e talento ad artisti, opere e istituzioni internazionali. Ciò che dobbiamo invidiare, con il fine di cambiarlo, è l’approccio culturale. Ho vissuto e studiato a Londra per un certo periodo anni. Lì, come in altre grandi città europee, c’è la volontà di lavorare insieme, nella stessa direzione, attraendo un grande pubblico di ogni estrazione sociale, creando e allestendo arte alla portata di tutti. Dobbiamo fare uno sforzo e allenare i nostri sensi per coalizzarci e distinguerci, restituirci importanza. Perché, come accade regolarmente, un italiano va a Parigi, a Londra o a New York per comprare un’opera che avrebbe potuto trovare in una galleria italiana?

Cosa ti senti di suggerire ad un giovane che vuole iniziare a lavorare nel mondo dell’arte contemporanea?

L’arte, come la moda, è un linguaggio. La condizione necessaria per dialogare con i protagonisti di questi mondi è conoscerne i vocaboli, le regole, i registri. Basi culturali solide e formazione in continuo aggiornamento sono imprescindibili.
L’altro aspetto da coltivare è la costanza: non bisogna mollare di fronte alle critiche perché ne arrivano sempre e molte, ma accoglierle e superarle, senza mai scalfire la propria identità e la propria idea di arte. Ovviamente c’è posto per l’entusiasmo e la passione, ma se non c’è alla base una profonda preparazione la durata del percorso è già scritta.


* Il progetto coinvolge alcuni degli artisti internazionali più importanti come Shirin Neshat, Jeff Koons, Vanessa Beecroft, Michelangelo Pistoletto, Mona Hatoum.

I.B.

I PREFERITI DI RAFFAELE

Camicia Lino Cotone, Leggero Bianco Cotone, Leggero

La particolare tasca posteriore a pattina aggiunge grinta all’eleganza del chino Giorgio.

Camicia Lino Cotone, Leggero BiancoCamicia Lino Cotone, Leggero Bianco